
Prima di sera riesco a trovare il tempo di scendere a visitare il paesino, per fortuna all'ingresso del parco mi spiegano una scorciatoia per Kuranda che dimezza i tempi e la strada, l'unico inconveniente è che - una volta sbucati dalla foresta - bisogna seguire per un tratto la ferrovia lungo anche un ponte (l'avete presente il film
Stand by me ?), non è il massimo della sicurezza, per giunta a un certo punto mi trovo la strada bloccata dal cadavere di un enorme ratto adagiato su una delle rotaie e io ho paura dei topi ! Mi faccio coraggio (almeno per quel poco che me ne è ancora restato) e passo. In una ventina di minuti sono alla stazione ferroviaria, l'ultimo treno per Cairns è già partito e gli ultimi turisti affollano la stazione di partenza delle funivia, non è tardi, c'è ancora luce, ma il fulcro turistico di Kuranda è già vuoto , i negozi di souvenir che costeggiano il viale principale stanno chiudendo, le strade, le piazze, i giardini e le casette in legno dai colori pastello baciati dal tiepido sole del tardo pomeriggio assumono un' atmosfera fantastica che restituiscono l'aria di città di frontiera che deve essere appartenuta per decenni a Kuranda. Giro a caso, poi mi fermo al pub principale del villaggio dove ceno con fish&chips (apprendo dal menu che il pesce è del tipo
Barramundi) e una buona birra, a fianco del pub visito il
Kuranda Backpacker's Hostel (ahi ahi ahi anche qui la Lonely Planet sulla cartina sbaglia indicandolo come hotel e non hostel ...)
dove prenoto una stanza per la notte successiva. Prima che sia buio torno al Kuranda Rainforest Park, non sono più l'unico ospite, ho un vicino di stanza, un tipo strano, con lo sguardo perso verso l'infinito, barba ieratica, secondo me anche fatto, mi fa un po' di paura anche perchè mi sembra ignorare e non risponde neanche al mio cenno di saluto. Inizio a sentire la stanchezza, ingurgito un'aspirina che mi fa subito effetto, non sono ancora le sette di sera e dormirò come un sasso fino alla nove del mattino successivo.
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