10 settembre 2005

Scalo a Hong Kong

Mi sveglio mentre stiamo arrivando ad Hong Kong, è mattina presto, non ci sono molti altri passeggeri in aeroporto eccetto quelli dei voli in transito come il nostro, appena scesi dall'aereo e assuefatti al clima umidissimo ci appiccicano un adesivo colorato addosso e ci fanno segno di proseguire per il corridoio, ad ogni incrocio o bivio troviamo un inserviente autoritario e curiosamente in guanti bianchi come un vigile urbano che ci indica la direzione da prendere per recarci al gate del successivo imbarco.

Hong Kong fa parte ormai della Cina popolare da qualche anno e tutto è organizzato in maniera impeccabile per rendere la vita facile a noi occidentali che non capiremmo niente della loro lingua e delle scritte nel loro alfabeto. Fa paura la velocità con la quale questo ex possedimento inglese stia perdendo ogni connotato identificativo del suo recente passato per apparire chiaramente fin dal primo impatto come una città asiatica.

Attendo con impazienza l'imbarco studiando con curiosità il formicolare di inservienti intorno al terminale, palesemente organizzate in una rigida struttura gerarchica evidenziata dalle divise di diverse fogge.

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