16 settembre 2005

Alice Springs

Eravamo rimasti al pulmino che mi sta lasciando al mio albergo, sono cosciente che è l'ultima volta che probabilmente vedrò i miei compagni di viaggio, poi ognuno per la sua strada: chi sta iniziando il suo viaggio australiano (come me) e chi lo sta finendo; non riesco ad esprimere la mia commozione e ha salutare tutti anche a causa della mia limitata conoscenza dell'inglese, vorrei esprimere qualcosa in più di un semplice ciao soprattutto per Prune (o Pruna, o come cavolo si chiama ...) nostra fantastica e instancabile accompagnatrice e compagna di viaggio; una ragazzina 'con gli occhi che ridono', questa era stata la mia prima impressione nel vederla scendere minuscola dal bus il giorno del mio arrivo al Desert Garden Hotel; Mi aiuta a prendere il mio zaino dal rimorchio, è visibilmente molto stanca, anche io non vedo l'ora di 'tornare alle comodità della vita civile', la saluto ed entro nell'albergo prenotato che ha tutta l'aria di essere molto lussuoso.

Bell'albergo l'Alice Springs Resort. Prendo possesso della camera (oltre al tè ci sono a disposizione anche biscottini e cioccolatini !), faccio una doccia e decido di approfittare dell'ultima luce del giorno per fare un giro in città. L'albergo è un po' fuori, raggiungo una zona che sembra essere il centro in quanto c'è un po' più di vita e di locali attraversando un ponte sopra un fiume in secca (il Todd River). Ad un incrocio incontro due ragazze che facevano parte della comitiva e vengo a sapere che tutto il gruppo si è dato appuntamento per passare la serata presso un locale alla moda di Alice Springs (scusatemi, ma non ricordo più il nome e se avrete la pazienza di leggere tutto sarete comprensivi riguardo questa mia smemoratezza). Il locale è un disco pub, frequentato sia da saccopelisti che da ragazzi del luogo e da qualche aborigeno, ordino una birra mentre attendo tutto il resto della compagnia. Finalmente ci siamo tutti e ci sediamo al tavolo riservato. Ordino una bistecca di canguro. Quando finalmente ci avvisano che quanto ordinato è pronto passo al banco per ritirare la mia bistecca che divoro tutta di un fiato: è squisita e tenera come burro,esprimo la mia soddisfazione per la scorpacciata al vicino di posto, peccato che sia una normale bistecca di vitello ordinata da Steve, un ragazzo di Sydney e al quale non è rimasto altro che la mia ordinazione, di cui non ne vuole assolutamente sapere e per questo è obbligato a litigare con il poco comprensivo cameriere, un tipo tutto nervi che tra un ordine e l'altro si diletta con qualche colpo al biliardo al centro del locale. Malgrado questo sgradevole episodio la serata procede spedita tra abbondanti boccali di birra (ne sto assaggiando di diverse qualità) e musica pop australiana e internazionale. La serata si anima con l'arrivo di alcune comparse agghindate da Vichinghi con lo scopo di coinvolgere i clienti e riscaldare l'atmosfera (come se non fosse già stato sufficiente l'alcol). Mi defilo in un angolo più buio del locale per non correre nessun rischio di essere coinvolto in attività non degne di una persona della mia età ...

... proprio quando pensavo di averla fatta franca vedo dirigersi verso di me una muscolosa vichinga armata di clava che mi obbliga a seguirla sul palco e alla quale non riesco a dire di no certamente non per la sua bellezza ...

Una volta sul palco sono fatto oggetto di ripetuti tentativi di violenza, però tengo duro e e alla fine l'energumena desiste dai suo intenti, ma sono costretto a cedere la cintura dei pantaloni come pegno d'amore con la promessa di averla indietro alla fine della serata. A dire il vero questo è il resoconto di quanto mi ricordo, in realtà non ero molto sobrio e tutto è molto confuso nella mia mente ! In ogni caso una esperienza spiritosa, ma umiliante, alla mia età poi... e non ho neanche la macchina fotografica per testimoniare questo atto di inaudita violenza. Se qualcuno che ha assistito all'episodio avesse qualche immagine da inviarmi può scrivere a carlo.altieri@gmail.com (a dire il vero ricordo di aver lasciato il mio indirizzo di email ad alcune ragazze, però al momento non ho ancora ricevuto niente).

A questo punto la serata è proprio finita, torno in albergo, e, complice il buio mi accorgo di avere un po' di paura, da qualche parte ho letto che Alice Springs è considerata una delle poche città australiane non molto sicure. Uno sparuto gruppo di aborigeni probabilmente ubriachi raccolti sotto un albero all'interno dell'alveo in secca del fiume che sto attraversando per tornare in albergo infondono in me tristezza per la condizione di questo popolo che vive ai margini della opulenta società australiana, in parte subendola e in parte vivendola come estranea: stranamente mi ricordano i fantasmi marziani di alcuni racconti di Bradbury.

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