Campeggio nell'outback
Dopo aver ammirato il sole tramontare dietro il monolito ci rechiamo al campeggio dove passeremo la notte. Il campeggio è costituito da un refettorio con la cucina e una serie di capanne, ciascuna con due letti, disposte intorno al fuoco e poco distante i gabinetti con le docce. Prepariamo il cibo in maniera comunitaria con Prune che distribuisce i compiti, compresa la pulizia delle stoviglie alla fine del pranzo: gli australiani e la quasi totalità dei nord europei (inglesi, tedeschi e olandesi costituiscono il grosso della comitiva) dopo aver lavato i piatti con il detersivo non li sciacquano, ma li asciugano direttamente, le uniche ad essere inorridite da questa pratica, oltre a me, sembrano essere un gruppo di ragazze giapponesi. Finito il pranzo ci sediamo intorno al fuoco, la notte è scesa profonda, il cielo pieno di stelle e l'aria ghiacciata; c'è la possibilità di dormire all'aperto nello SWAG, il tipico sacco a pelo australiano: accetto la sfida e lo stendo intorno al fuoco e mi infilo dentro, purtroppo la cerniera è guasta oltre ad essere il sacco troppo corto per me: freddoloso come sono mi aspetta una notte da incubo, ma il deserto vissuto in questo modo vale senza dubbio la sofferenza.
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